• Servizio di supporto professionale

    Attivo Sabato e Domenica dalle 9:00 alle 21:00

DI SUPPORTO PSICOLOGICO PROFESSIONALE


E’ ATTIVO NEI COMUNE DI MILANO, VARESE, MONZA, BERGAMO E SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE DALLE 9.00 ALLE 21.00 SABATO E DOMENICA

 

Aderisce alla campagna #lopsicologotiaiuta a sostegno dei cittadini nell’EMERGENZA COVID-19

Un momento di forte difficoltà spesso coinvolge e compromette la sfera personale, sociale e lavorativa. Ansia, depressione, angoscia, panico, stress, tensioni relazionali, dubbi sulla salute, malessere in generale, ogni problema deve essere compreso nella sua reale importanza. Il servizio si rivolge sia a persone con disturbi legati alla sfera del comportamento e con una patologia diagnosticata che a persone che improvvisamente vivono momenti di difficoltà. Attraverso l’ascolto e l’incontro, sarai aiutato a utilizzare in modo migliore le tue risorse e capacità personali per risolvere immediatamente la crisi psicologica e, se necessario, ti verrà consigliato il percorso più adatto, fornendoti tutte le indicazioni che serviranno per affrontare e risolvere le tue difficoltà. Per richiedere un intervento non serve alcuna prescrizione o altro documento.

Gente Incontrata

  • F. è una donna 45 anni sposata con una figlia. È innamorata di un altro uomo molto più giovane di lei. Frequenta l’uomo da un anno. L'idea di divorziare e cambiare vita l'ha portata a una grande confusione. Dopo l'ultima discussione che ha avuto con persone a lei vicine, riferisce di sentirsi schiacciata dalle emozioni che le offre il nuovo amore e dalla paura che tutto finisca all'improvviso. Ogni volta che il marito la cerca nell'intimità, lei non c'è mai con l'anima ma solo con il corpo “La mia anima abbandona il mio corpo, penso ad altro mentre lui lo fa”.
  • A. è un signore di circa 50 anni che soffre da diversi anni di disturbo Bipolare. Vive insieme alla figlia che si occupa di lui. Ci chiama un sabato sera, è solo a casa e si sente molto angosciato. Ci accordiamo per incontrarci. Quando arrivo A. è ancora visibilmente agitato: non riesce a stare fermo e sembra molto confuso. Ci sediamo in salotto e gli chiedo di raccontarmi di lui e del suo malessere, con l’obiettivo di accoglierlo (e di farmi un’idea della gravità del suo disagio) e, allo stesso tempo, di iniziare a tranquillizzarlo.
  • S. è una ragazza di 18 anni, studentessa all’ultimo anno delle superiori. Ci chiama perché è in crisi: il suo ragazzo l’ha lasciata. Racconta di essere disperata, di non aver voglia di reagire: non mangia, dorme male di notte e di giorno vorrebbe starsene da sola in camera, quasi non trova la forza di alzarsi dal letto. Sente che nessuno la può aiutare, la sua migliore amica è in crisi come lei, con i suoi genitori non parla, non sa come uscirne! “Ci hai chiamati”, le dico, “perché vuoi uscirne”. Le propongo di incontrarci. Lei accetta.
  • C. è un giovane uomo trasferitosi a Milano per lavoro dove ha avviato una carriera professionale promettente. Di recente ha ricevuto un’ulteriore promozione, ricavandone un sentimento di piena e meritata realizzazione personale. Ma adesso avverte che la situazione sul lavoro sta diventando difficile: piccole sgarberie, invidie, commenti sgradevoli dei colleghi nei suoi confronti. Così la sua sicurezza ha incominciato a vacillare e con essa anche il rendimento lavorativo. Non crede di essere più all’altezza del compito, stretto in un circolo vizioso: più si sente inadeguato più errori commette, errori che non fanno che aumentare il senso di inadeguatezza.