Una sera nell’urgenza

Home / Gente incontrata / Una sera nell’urgenza

A. è un signore di circa 50 anni che soffre da diversi anni di disturbo Bipolare. Vive insieme alla figlia che si occupa di lui. Ci chiama un sabato sera, è solo a casa e si sente molto angosciato.

Ci accordiamo per incontrarci. Quando arrivo A. è ancora visibilmente agitato: non riesce a stare fermo e sembra molto confuso. Ci sediamo in salotto e gli chiedo di raccontarmi di lui e del suo malessere, con l’obiettivo di accoglierlo (e di farmi un’idea della gravità del suo disagio) e, allo stesso tempo, di iniziare a tranquillizzarlo.

Dal suo racconto ricco di incongruenze, dal suo scarso esame di realtà, dall’intensità delle sue emozioni emerge la gravità della sua patologia. Cerco di capire se e quanto sia agganciato ai servizi. Mi muovo in due direzioni: continuo a tranquillizzarlo anche con tecniche di rilassamento per far rientrare la crisi e lo invito a prendersi cura di sé rivolgendosi al servizio presso cui è in carico e a seguire le terapie che le sono state indicate.

L’urgenza di questa sera sembra rientrata e al termine del colloquio è più tranquillo e più lucido nel pensiero. Questo è quello che facciamo, sento il bisogno di ripetermelo, intervenire nell’urgenza, andare a casa delle persone, incontrarle. Esco, è tardi, è cominciata la notte.

VAI ALLA SEZIONE